La voce di Ettore Innocente

A Pistoia è ancora possibile visitare la mostra "60 Pop Italia" promossa dalla Fondazione Pistoia Musei di Fondazione Caript e curata da Walter Guadagnini. Fino al 14 luglio 2024 da non perdere questo tour atteaverso le principali città italiane in cui la cifra pop è stata audacemente e festosamente declinata in italiano. Il percorso espositivo si configura infatti come un viaggio nei principali centri d’irradiazione italiani di questo fenomeno prettamente metropolitano, nato a Londra nel 1956 e sviluppatosi in contemporanea a New York, Los Angeles e quindi in Europa, al punto da divenire la principale espressione artistica degli anni sessanta del secolo scorso.

Innocente EttoreNon solo Roma e Milano, ma anche Venezia e Bologna, Palermo come Pistoia stessa diventano centri propulsori della nuova estetica. La rassegna presenta 60 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Ettore Innocente, presenza non scontata e felicemente proposta in questo contesto nella prima sala della mostra, con un opera sintesi della sua voce ironica e poetica - Jasper Johnson alla Casa Bianca - 1964, posta di fronte a all’opera di Jasper Johns - Flag - 1969: Guadagnini mette in relazione le due opere insieme alle opere di Robert Rauschenberg - Blue exit - 1961, Roy Lichenstein - Yellow and black brushstroke (eat art) - 1970/71, Mimmo Rotella - L’Europeo - 1964 e L’ultimo Kennedy - 1963, Roberto Crippa - La mia Marilyn - 1964. La prima sezione si focalizza su Roma, il principale centro artistico nazionale di quegli anni, la “Scuola di Piazza del Popolo”, animata da Schifano, Festa, Angeli, Rotella, Ceroli, Pascali, Mauri, Kounellis, Maselli, Fioroni, Grisi ma anche Ettore Innocente e altri ancora, artisti sostenuti da galleristi quali Plinio de Martiis e Gian Tomaso Liverani, o da intellettuali quali Alberto Moravia e Goffredo Parise. Il viaggio prosegue verso nord fermandosi a Pistoia, dove s’incontrano Barni, Buscioni, Natalini e Ruffi, gli alfieri della “Scuola di Pistoia”, quindi a Milano dove, grazie a Baj, si assiste dapprima all’affermazione di una versione della Pop Art più prossima al Nouveau Réalisme francese, e in seguito, anche con autori, quali Adami, Del Pezzo, Tadini.

Si va poi verso Torino, con i lavori di Warhol e Lichtenstein, e dove sono attivi artisti quali Pistoletto, Gilardi, Mondino, Nespolo, Comba, Devalle, Gallina. In questo tour lungo la penisola, un ruolo particolare hanno pure Venezia e Palermo, alle quali sono dedicate due sale specifiche, concentrate sull’esperienza della Biennale d’Arte del 1964 e su quella delle due mostre Revort del 1965 e del 1968. Le polemiche e lo sconcerto che quella stagione rivoluzionaria andavano suscitando nella società piccolo borghese dell'epoca, testimoniano la ferma volontà dei giovani artisti (come di tutti i giovani che di questo momento storico sono protagonisti) di fare tabula rasa delle istanze della cultura delle generazioni precedenti, segnando un clamoroso cambio di passo a tutti i livelli nella società, non solo nella cittadella della cultura.

In un articolo del 1965, a proposito della personale di Ettore Innocente alla galleria La Salita, si legge :

" Nella "combine" che porta il titolo Jasper Johnson alla Casa Bianca, il pastiche è fatto col nome e la figura del presidente americano e col nome e i moduli stilistici del pittore Pop Jasper Johns ...quella poltrona vuota contro la bandiera stellata e quel disegno del presidente che trapassa dalla bandiera alla poltrona sono il frutto di un impegno morale che relega in secondo piano il divertimento ". E Cesare Vivaldi nel presentare il giovane Innocente, ne sottolinea gli aspetti lirici e ironici, "con una punta di gusto surreale" che lo caratterizza.

Ettore Innocente artista, poeta. C’è poesia nelle sue opere come nelle sue affermazioni sull’arte. C’è poesia nelle sue installazioni. Alla base dei suoi lavori c’erano e continuano ad esserci la sua filosofia e la sua affermazione forte: l’arte deve essere fruita da tutti, l’arte deve stare tra la gente e deve essere anche partecipazione attiva, come testimoniano le sue opere e i suoi progetti. Ecco, così l'arte vive. Così come vive la voce di Ettore Innocente.

Una voce libera che grida forte attraverso le sue opere, che ci raggiunge e non ha confini.